Comunicato di adesione a Mediterranea

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Da Bologna siamo salpati insieme a Mediterranea sulla rotta dell’umanità, perché quando le leggi sono ingiuste disobbedire è un dovere. Siamo salpati insieme a Mediterranea per opporci ad un governo che si nutre della paura e del razzismo che alimenta. Siamo salpati insieme a Mediterranea per rifiutare la criminalizzazione della solidarietà e ridefinire una nuova Europa senza confini. Siamo salpati insieme a Mediterranea per salvare e salvarci da un presente ed un futuro di odio ed intolleranza.Siamo salpati con Mediterranea per divenire potenza collettiva contro la barbarie. Siamo salpati con Mediterranea per vincere la paura e il disprezzo con la solidarietà e l’umanità. Siamo salpati con Mediterranea per fermare la spirale dell’egoismo, della diffidenza, dell’ignoranza. Siamo salpati con Mediterranea con il desiderio di trasformare questa realtà disumana, per costruire un presente e un futuro senza “salvati” e “salvatori”, per aprire insieme nuovi spazi del possibile, nuovi spazi meticci e moltitudinari di costruzione del conflitto. Il crescente e quotidiano attacco ai diritti e alle libertà rende più profondo il solco di imbarbarimento segnato finora e accelera e rende più pervasivo l’attuale ciclo reazionari: riduzione dei processi democratici, chiusura di porti e confini, politiche razziste e discriminatorie, aumento delle disuguaglianze sociali, paradigmi escludenti e securitari, modelli “workfaristici” di controllo sociale, sfruttamento e marginalizzazione, criminalizzazione della solidarietà e dei/delle migranti. Si costruiscono sempre più dispositivi di sfruttamento e ricattabilità, di divisione ed esclusione, e la cittadinanza diventa meccanismo di gerarchizzazione e differenziazione. Non vogliamo più difenderci dagli attacchi, ma agire concretamente per rovesciare le cose. Una campagna d’odio ha delegittimato e criminalizzato la solidarietà verso chi si trova in pericolo, in mare come a terra. Ci opponiamo a questo corto-circuito con un atto concreto: essere presenti in quel tratto di mare, presenti per chi si ritroverà in pericolo, presenti per chi è naufrago in fuga da guerre e povertà e trova ostilità e barriere, presenti dove chi fugge dai lager libici e cerca in Europa un futuro di pace si trova invece alla deriva, naufrago e bersaglio della retorica razzista. Mediterranea è per noi una forza collettiva, una coalizione di soggetti indipendenti e autodeterminati, che intervengono nel Mediterraneo, quel luogo di frontiera dove secondo il Governo dovrebbero intervenire soltanto le “autorità competenti”, le stesse che respingono uomini, donne, bambini nell’inferno libico, le stesse che decidono unilateralmente che la Libia è un “porto sicuro” o che il Sindaco di Riace deve essere arrestato. Navighiamo con Mediterranea il Mediterraneo centrale, cimitero a cielo aperto, pericoloso e militarizzato spazio di frontiera, luogo di drammatici viaggi e frequenti naufragi, per impedire che la chiusura dei porti e dei confini diventi la causa di una strage continua. Essere in quelle acque significa denunciare la situazione di immobilismo davanti a una vera e propria ecatombe, significa fare luce sui centri di detenzione libici, dove ogni giorno avvengono torture e violenze e dove chi vi era fuggito viene riportato indietro, nella complicità dei governi italiani ed europei. Non vogliamo più restare a guardare le migliaia di persone che muoiono ogni giorno nel Mediterraneo, non vogliamo più restare indifferenti mentre l’imbarbarimento e la disumanità ci divorano. Salvare una vita in mare è l’unico modo per salvare noi stessi. È un atto necessario. Navighiamo il mare ma abbiamo bisogno di attivarci anche a terra. Vogliamo creare un ponte tra la terra e il mare, avvicinare il mare alla terra, con le tante persone che quotidianamente mettono in atto gesti concreti di solidarietà e di dissenso verso le campagne d’odio, nelle piazze e nelle strade insieme agli uomini e alle donne che ogni giorno sfidano i confini. Possiamo rafforzarci nelle conflittualità, possiamo scalfire il clima di odio, possiamo neutralizzare la disumanità generalizzata e “programmata”, possiamo rompere la retorica securitaria ed escludente, possiamo produrre anticorpi alla barbarie, possiamo tessere nuova società. Stiamo iniziando a farlo. La nostra scelta è attivarci, impegnarci, agire. L’unica scelta per chi non si rassegna ad un’Italia e ad un’Europa fatta di porti chiusi, confini segnati, intolleranza, indifferenza. Scegliamo il coraggio e la concretezza. In mare e a terra.

Tpo – Làbas

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