Siamo ancora senza corrente, ma la passione che alimenta l’ex caserma masini non si arresta, vi aspettiamo domani alle 17:00 con “Il Mercoledì di Làbas”.
Di seguito l’ultimo comunicato e il programma della giornta!
LA RICCHEZZA DELLA MINORANZA E LA DEMOCRAZIA DELLA MAGGIORANZA #STILLÀBAS. PER UN EX CASERMA MASINI SOCIALMENTE PRODUTTIVA, SOSTENIBILE E DI TUTTI
Il 21 settembre è stato definitivamente presentato dalla giunta Merola il nuovo “Piano operativo comunale Rigenerazione patrimoni pubblici “ (POC), già reso noto a Luglio scorso.
Le aree interessate dai progetti di riconversione previsti dal Piano sono quelle passate dal demanio alla CDP alla fine del 2013, tra cui anche l’ex caserma Masini di via Orfeo.
Il nuovo POC, un progetto che prevede lavori del valore di milioni di euro, andrà a ridefinire la geografia della città di Bologna, investendo intere aree urbane in un processo immobiliare speculativo. Il quartiere Santo Stefano, dalla ex Masini alla ex Staveco diventerà uno dei più grossi cantieri del territorio.
Un Piano, questo, che traspone definitivamente la logica delle Grandi Opere nel territorio bolognese. Le cronache giudiziarie di questo fine settembre intorno al caso della “colata di Idice” mostrano il radicamento e il funzionamento di un sistema che promette di rilanciare sviluppo e crescita, ma che in realtà sfrutta le risorse per arricchire una casta di pochi. Una casta che tiene assieme cooperative, imprenditori e affaristi con amministratori ed esponenti politici, in questo caso del Partito democratico e definiscono, anche attraverso metodi mafiosi e criminali, l’aspetto, la vita e il futuro delle città ad esclusivo vantaggio di un coacervo d’interessi personali.
Stiamo parlando perciò, anche a Bologna, di un partito di governo, di un’amministrazione e di un sindaco incapaci di rappresentare la città dando risposte concrete alle necessità di chi ci vive ed ad un tessuto sociale messo a durissima prova dalla crisi. È a partire da questa grande mancanza e contro una tale prospettiva politica nociva e parassitaria che emerge la necessità di riconquistare spazi fisici e d’intervento politico, di presa di parola e di nuova sperimentazione economica e sociale. L’ex caserma Masini rappresenta un caso emblematico in questo senso.
Di fronte allo sperpero di un patrimonio comune, di proprietà demaniale, inutilizzato e lasciato all’abbandono e all’incuria dal 1999, a partire dal 13 novembre del 2012 il collettivo Làbas ha deciso di occupare lo stabile con l’intenzione di provare a rimettere in sesto l’ex caserma ripensandola da capo, provando ad immaginare una riqualificazione dal basso in grado di rispondere, con metodi e strumenti innovativi, alla crisi sociale ed economica, estremamente profonda, che stiamo attraversando.
E’ nato quindi un laboratorio che ha iniziato un processo di utilizzo sociale e di una equa produzione e distribuzione della ricchezza comune attraverso la sperimentazione di processi decisionali aperti, democratici e partecipativi.
Pensiamo che siano le idee a creare le azioni e la questione dell’ex caserma Masini è tutta politica. È evidente il tentativo da parte dell’attuale giunta Merola di consegnare il destino delle città alle decisioni prese nelle stanze del potere economico e finanziario; nel caso dell’ex Caserma Masini ai vertici di Cassa Depositi&Prestiti Investimenti Sgr S.p.A. (divenuta nel frattempo proprietaria dell’area).
Con quale autorevolezza si pensa di stabilire il futuro di Bologna se l’unico orizzonte è destinare a rendita immobiliare e finanziaria (e non ad utilizzo sociale) pezzi del patrimonio pubblico, senza interrogare chi quel territorio lo abita e chi quegli 8000 mq li fa vivere? Come è pensabile che una “rigenerazione” urbana di una tale area, che se modificata secondo il POC ridefinirà non solo il quartiere ma tutto il territorio bolognese, abbia un iter decisionale così verticista e autoritario? Quali sono le giustificazioni che la proprietà e soprattutto l’attuale giunta democratica può fornire alla mancanza di dialogo, da parte nostra sempre ricercato, per intraprendere un percorso di regolarizzazione dello stato di occupazione, partendo dall’uso sociale fatto in questi anni?
Leggendo il POC, ipotizziamo che tutte le nostre richieste di interlocuzione e confronto sono state inutili perché incompatibili con un progetto di città che non tollera l’esistenza di pratiche di cooperazione alternative e sostenibili. Per perseguire questo obiettivo tutto è lecito: da fine agosto abbiamo subito il taglio della fornitura energetica, nonostante la nostra disponibilità a regolarizzare le utenze, in barba anche al fatto che venticinque persone, giovani ma anche anziani, abitino all’interno degli spazi dell’ex caserma.
La domanda che ancora continuiamo a chiederci e a chiedere è: Chi governa la città? Il sindaco e l’amministrazione? I gruppi speculativi come CDP? Il questore? La diciamo in maniera ancora più netta: chi detiene e chi dovrebbe detenere il potere di decidere il presente e il futuro di Bologna?
Ci ritroviamo di fronte ad una sfida: avvicinandoci sempre di più alle amministrative 2016, emerge in tutta evidenza la crisi del ceto politico cittadino, e questo porta ad una crisi della democrazia, che si da in irrigidimento autoritario e autistico degli attuali rappresentati delle istituzioni così come attraverso la limitazione della libertà per chi si spende con determinazione nelle lotte sociali.
Tutto ciò è inaccettabile: sentiamo la necessità, che non viene in primis da noi, ma da tutte e tutti quelli che compongono la Bologna degna, di praticare concretamente una democrazia sana e trasparente.
Con questo testo vogliamo quindi cominciare a pensare per l’ex caserma Masini ad un Piano alternativo ed a metodologie di progettazione diverse ed inclusive.
Proponiamo di bandire dal basso un’istruttoria partecipativa che, a partire dalle progettualità già esistenti, possa sviluppare le enormi potenzialità cooperative che questa area può offrire a chiunque voglia investirci in termini di welfare e reddito, sovranità alimentare ed economia sostenibile, produzione artistico-culturale e diritto ai saperi, imprenditoria sociale.
#Stillàbas è dunque una sfida contro il progetto previsto dal POC che prevede la realizzazione di 15 parcheggi auto, di 32 abitazioni, di un 20% di funzioni direzionali, finanziarie, assicurative, artigianali di servizio, commerciali e di un 45% per strutture alberghiere.
L’elenco di ciò che è già in essere costituisce solo la base della nostra ambizione:
produzione culturale e artisitca: Sala Polivalente che ospita una programmazione culturale di dibattiti, teatro concerti e presentazioni di libri e documentari; corsi di Shiatsu; corsi di balli tradizionali, corso di Tango, rivista letteraria Una specie.
sovranità alimentare: con la collaborazione di Campi Aperti mercato di prodotti biologico e filiera corta, di produzione contadina dalle logiche di profitto capitalistiche e della G.D.O.; Làbiopizzeria – pizzeria Bio e KM0; Schiumarell – birrificio sociale; Orteo, l’orto sociale.
reddito, casa e welfare: 6 abitazioni riqualificate per un totale di circa 30 persone e Sportello sociale per il diritto all’abitare di ADL Cobas; Làbimbi spazio laboratoriale per bambini e genitori per un istruzione diversa, creativa e libera; refugees point, per un accoglienza degna (in progettazione); falegnameria sociale.
cooperazione: collaborazione con Servizio Civile Internazionale e realizzazione di campi di volontariato;
Lo diciamo senza alcuna timidezza: da oggi cambiamo la marcia di un percorso che intende trasformare l’ex caserma Masini in un polo attrattivo per tutti coloro che a Bologna vogliono riscattarsi dalla crisi, dall’impossibilità di sviluppare la propria creatività, di immaginare una cooperazione sociale, politica ed economica libera e sostenibile. #Stillàbas darà filo da torcere a chi vuole mettere le mani sulla ricchezza prodotta dalla collettività, perché da oggi sulla ricchezza decidiamo noi.
▼ dalle17.00
Campi Aperti a Làbas – Associazione per la Sovranità Alimentare (Agricoltura biologica e mercati contadini) http://www.campiaperti.org/
▼ dalle 17.00
Làbimbi (Laboratorio di riciclo creativo)
▼dalle 19.00 Aperitivo con Làbiopizza (piatto alternativo alla pizza)
▼dalle 20:00 Nextdoorshiatsu, pratica con gli allievi
▼ dalle 21:00 Dj set
El Vago Dj set-Cumbia, Tropical bass
**dalle 17:30 alle 19:00
Sportello per il diritto all’abitare – ADL
**Info point e banchetto associazione Ya Basta Bologna.
Ya Basta! Bologna realizza attività per la promozione dei diritti di cittadinanza dei migranti presenti in Italia, per l’affermazione della libertà di movimento e contro i dispositivi di esclusione e di criminalizzazione dei cittadini stranieri.
Contatto Fb: YaBasta Bologna
Làbas occupato
Via Orfeo 46, Bologna quartiere Santo Stefano (antifascista)