Noi siamo nati dalla notte. In lei viviamo. Moriremo in lei. Ma la luce sarà il domani per i più, per tutti quelli che oggi piangono la notte, per tutti quelli cui si nega il giorno, per quelli per i quali la morte è un regalo, per quelli ai quali è proibita la vita. Per tutt* la luce. Per tutt* tutto.
Per vedere città diverse a volte non serve viaggiare, basta conoscere abbastanza bene la città in cui si vive, rimanere vigili con gli occhi e orecchie ben aperti e aspettare che succeda qualcosa che generi un effetto valanga che nel giro di pochi mesi riesce a ribaltare completamente la città tanto da non fartela più riconoscere.
Bologna di trasformazioni ne ha già vissute, una per ogni aggettivo con il quale è stata chiamata. I due fattori che stanno guidando l’ultima trasformazione sono le crisi d’identità nel partito di governo e l’arrivo del nuovo questore e Bologna si trasforma nel giro di pochi mesi in una città buia.
Buia come le case diroccate, come le stanze di Villa Adelante dopo lo sgombero di metà giugno, come i tanti edifici sgomberati negli ultimi mesi.
Buia come è buio il futuro di chi è senza casa e si aggira in una città in cui tutte le porte vengono sbarrate.
Buia come il vuoto pneumatico della politica istituzionale che sperpera le poche risorse per progettare opere inutili, legifera su quando e dove si possa bere una birra e non si cura delle esigenze di chi abita la città: casa, reddito, istruzione, sanità e non ci starebbe male un po’ di felicità.
Buia finché continuerà a concedere le sue piazze ai raduni fascisti dimenticando le stragi che l’hanno afflitta negli anni ottanta, buia perché chi poteva impedire quello scempio si è nascosto dietro il paravento della democrazia e dopo gli scontri per cacciare i fascisti si è scandalizzato per un petardo e non per le teste rotte, i lividi e il sangue sulle strade di Bologna.
Buia perché chi si è opposto ai fascisti è stato criminalizzato, insultato provocato e pestato a sangue e ora, senza neanche un processo, si ritrova a pagare una pena senza poter godere della presunzione di innocenza solo perché un pubblico ufficiale testimonia sempre la verità. Anche i poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi dicono la verità, come anche quei poliziotti che irruppero nella Diaz e quelli che gestirono Bolzaneto. E che dire delle verità che potrebbero raccontarci i fratelli Savi? anche quelle sono inattaccabili perché un tempo indossavano una divisa?
Buia perché si ritrova commissariata da un questore fascista che rende la città più sicura cacciando o mettendo agli arresti domiciliari chi si batte per ottenere diritti e dignità.
Buia come il regime imposto dal questore Coccia arrivato da pochi mesi a Bologna dal secolo
scorso visto che non è né un neofascista di forza nuova né un fascista del nuovo millennio di casapound ma un becero residuato bellico del movimento sociale italiano. Non trovate strano che il governo Renzi, esempio di gioventù e gaiezza, abbia piazzato un questore di tale risma a Bologna per togliersi qualche castagna dal fuoco?
Buia perché per sapere cosa succede ci si affida alle verità dei media e non si ha più la curiosità di andare a vedere con i propri occhi cosa accade nelle strade.
Ma anche se ora Bologna sembra immersa in una notte buia come la pece, se si abituano gli occhi alle tenebre si potranno scorgere una miriade di lumi, candele, torce, faretti. Non si può vivere al buio e così ci si organizza come si può. È la tendenza della vita a cercare nuove strade e soluzioni per superare le difficoltà, quando manca la luce o si dorme o la luce la si fa. Il buio è l’assenza di luce, la luce è energia, particelle subatomiche in frenetico movimento. La luce la si crea con le idee, le passioni, le relazioni, la creazione di progetti che nelle macerie di società in cui ci troviamo parlino di condivisione e mutuo soccorso. La luce è la voglia di cambiamento radicale dell’esistente. E a Bologna c’è tanta gente che invece di dormire sta cercando di illuminarsi la strada verso l’alba.
Nonostante il questore abbia disposto nuovamente il distacco della corrente all’ex caserma Masini qui non c’è buio e nemmeno le restrizioni delle libertà dei nostri cinque compagni riesce a cacciarci nella tenebra. In via Orfeo 46 fino ad oggi abbiamo avuto abbastanza energia e luce per superare due sgomberi, un distacco dell’acqua, due dell’elettricità, l’allontanamento coatto di cinque compagni e una caterva di denunce. E abbiamo ancora le batterie cariche. Y aquí estamos! E non ci siamo solo noi, ci sono tutte quelle persone che riconoscono nell’ex caserma Masini la possibilità della costruzione di risposte reali a un futuro buio e nero.
Mettiamo in comune la luce e liberiamo Bologna dal buio.
Liber@ tutt@
“non spegni il sole se gli spari addosso”