Assemblea pubblica Sabato 3 Ottobre 2015 ore 9 c/o “Circolo Arci San Lazzaro”
Anche a Bologna, le associazioni, i movimenti, i sindacati, che in questi anni di crisi e austerità si sono opposti alle politiche neoliberiste, alle molteplici forme d’ingiustizia e ai processi di deterioramento dei diritti hanno sentito la necessità di intraprendere un cammino comune, quello della Coalizione Sociale, declinando così anche a livello territoriale il percorso avviatosi qualche mese fa sul piano nazionale.
Il punto di partenza è la comune consapevolezza che “nessuno basta a se stesso”. E’ evidente che le molteplici esperienze messe in campo in questi anni da ogni singola realtà – per quanto ricche di vitalità e di elementi innovativi – si sono dimostrate se non insufficienti e inadeguate, sicuramente inefficaci a fornire una vera risposta alla crisi. Questo perché abbiamo forse vissuto con eccessiva separatezza i nostri piccoli o grandi mondi: la scuola, la casa, il lavoro, l’ambiente e gli spazi abbandonati delle nostre città.
L’emergere di nuovi e più radicali bisogni, sia individuali che collettivi, e la sostanziale incapacità da parte della politica e delle istituzioni di offrire risposte adeguate e di intervenire sulla struttura sempre più ineguale di distribuzione delle ricchezze e delle risorse – ha prodotto in noi un’urgenza. L’urgenza di verificare come costruire alternative concrete alle logiche pervasive del mercato, di sperimentare pratiche comuni che tentino di riconnettere legami sociali oggi estremamente frammentati e di riattivare i meccanismi di partecipazione e di azione collettiva tra ampie fasce della società sempre più indifferenti. Con l’obiettivo di riattribuire significato al rapporto tra azione politica e condizione di vita delle persone. Un percorso che cerchi in concreto di tradurre e di agire i principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana, che pone la giustizia sociale a garanzia dell’eguaglianza e della libertà degli individui.
Anche Bologna e la sua provincia ci hanno dimostrato negli ultimi anni la drammaticità di quanto sta avvenendo: chi il lavoro non lo ha più; chi non lo trova e chi ha addirittura perso la speranza di trovarne uno; chi è sempre più povero e con meno diritti, nonostante un lavoro ce l’abbia; chi rincorre stage e tirocini o è perso in una zona grigia tra lavoro nero e precario; chi non riceve più soldi dalla cassa integrazione; le finte partite IVA o i molteplici casi di ipersfruttamento che caratterizzano una vasta area del lavoro autonomo; chi quotidianamente vive con la minaccia dello sfratto perché impossibilitato a pagare mutui o affitti; intere zone della nostre città abbandonate (come centri sportivi, caserme e parchi); migranti, che scappano da povertà, guerre e persecuzioni, davanti ad un’Europa che non sa dare loro risposte, e che spesso li trattiene in strutture fatiscenti e disumane, utili solo ad arricchire chi specula nel circuito della non-accoglienza.
Solo facendo un salto fuori dal nostro sicuro recinto possiamo insieme realizzare un’idea nuova di città e di vita, immaginare un futuro di solidarietà e giustizia sociale. Proviamo a riunificare il lavoro, tentiamo di connettere e organizzare la società oggi drammaticamente frammentata, di combinare mutualismo e conflitto sindacale e lotte per il diritto all’istruzione, alla casa, alla salute, ad un’accoglienza degna e allo sport per tutti. E fare di tutto ciò nuovi elementi collettivi di contrattazione e vertenzialità sociale e di alternativa all’esistente.
Infatti, oggi più che mai il lavoro, l’istruzione e la sanità pubbliche e di qualità, il diritto all’abitare e ad avere una vita degna, un nuovo approccio alla produzione e al consumo, sono pietre angolari da difendere e da riprogettare, fondamenti sui quali ricostruire un progetto di trasformazione sociale. È per questo che dobbiamo rilanciare e che dobbiamo farlo collettivamente.
Le lotte nei luoghi di lavoro non riguardano solo le vite dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti nella singola vertenza, ma ci parlano immediatamente del nostro futuro; così come le lotte per il diritto all’istruzione – non possono essere confinate alla sola azione di insegnanti e studenti.
Possiamo forse pensare che il diritto alla casa sia un tema che tocca solo i più poveri, non vedendo quanto esso sia legato a doppio filo alla perdita del lavoro e all’insufficienza del sistema di welfare? Allo stesso modo, il tentativo di rigenerazione e riqualificazione di spazi un tempo pubblici – come le tante aree abbandonate e lasciate all’incuria – così come il quotidiano agire di tante realtà associative e culturali presenti sul nostro territorio, non vanno certo sminuite come mera espressione di un “fenomeno giovanilistico”, bensì considerate realizzazione di un’idea di città plurale, inclusiva e solidale.
Sono proprio tutte queste realtà – che con le loro piccole o grandi azioni di resistenza quotidiana rendono Bologna viva e sociale – che noi vorremmo conoscere, intercettare e incontrare, con cui vorremmo coalizzarci per costruire percorsi e pratiche condivisi. Ben consapevoli che solo con il fondamentale contributo di tutti potremo attivare dinamiche concrete che rafforzino le relazioni e iltessuto sociale di questo territorio.
Incontriamoci quindi tutte e tutti
Sabato 3 Ottobre 2015 oren 9
c/o “Circolo Arci San Lazzaro”
via Bellaria, 7 – San Lazzaro di Savena
Per info e contatti: coalizionesociale.bo@gmail.com