Bologna, 13 giugno 2015: una mattina qualunque apri il giornale e scopri che nella tua città un manipolo di fanatici organizza un sit-in nazionale davanti ad un ospedale proponendo 9 (nove!) ore di preghiera per contestare la libertà delle donne di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
Gruppi e associazioni pro-life, per reclamare la possibilità di un referendum abrogativo della legge 194, decidono di schierarsi davanti ad un luogo pubblico, senza nessun rispetto verso le persone che in quel luogo entrano, con la presunzione di restare per nove ore a recitare un rosario liberticida e antidemocratico e l’arroganza di sproloquiare sul corpo delle donne.
Per chi passerà davanti all’ospedale maggiore in quelle lunghissime nove ore, sarà inevitabile l’impressione di trovarsi di colpo catapultati in una teocrazia – sensazione già provata leggendo i propositi di questo sit in: Bologna, non Teheran; Emilia Romagna e non Stato Pontificio.
Un pomeriggio di oscurantismo all’insegna dei crocifissi con feti e della totale negazione di uno dei diritti fondamentali: l’autodeterminazione della donna.
Crediamo che un raduno di associazioni e singoli con evidenti propositi clericofascisti non debba tenersi, meno che mai davanti ad un ospedale, sicuramente non nella nostra città perché ne abbiamo troppa cura. Diciamo con forza che, per noi, queste persone non hanno nessun diritto di ritrovarsi a speculare sulla vita delle donne.
Non possiamo permettere che rigurgiti di religiosità medievale e fascisti ben più moderni si alleino per cancellare libertà decisionali di ogni donna e diritto alla salute (già fortemente leso dalle percentuali di obiettori).
L’era della Santa Inquisizione è finita: prendere posizione è necessario, è una questione di civiltà. O si sta con chi vuole ritornare agli anni bui nei quali le donne morivano o subivano gravi danni per poter abortire clandestinamente o si sta contro questa barbarie. Questa preghiera non s’ha da fare (e non si farà)!
Non sentitevi assolti, siamo tutti coinvolti.
Cs. Tpo
Làbas Occupato